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al testo di Marina Pacifici
Controluce
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Langue l’autunno nel pianto silente di foglie. In frammenti di tramonto l’oro malinconico del noce rifulge.
Dove si sarà dissolta dei nostri giorni insieme l’antica, calda luce?
Resto sola nell’ultimo barlume tra fole gelide di scarlatto fulgore.
Rapiti i miei pensieri nel controluce ardente della mia nostalgia volano verso te nell’evanescente chiarore.
Come foglia raminga senza requie sospinta dal vento inclemente mi rifugio nella selva incantata delle tue braccia, amore.
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